Progetto "Roma senza
Fumo"
- un nuovo cantiere per la città
Fra i tanti cantieri di Roma in vista del giubileo ce n’è uno diverso, per
migliorare la qualità della vita di migliaia di persone. Si lavora infatti
per un progetto contro il Fumo che il Comune di Roma, con gli assessorati
Sanità e Servizi Sociali, sta mettendo a punto nel quadro delle iniziative
europee dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la rete delle Città
Sane.
Il gruppo di lavoro, riconosciuto con delibera degli
assessorati in questione, è composto da:
- Prof. Tito Barone Adesi, primario chirurgo ospedale Sandro Pertini.
- Prof. Giulio Bigotti, ricercatore, anatomopatologo Policlinico Gemelli.
- Dott. Stefano Cademartori, servizio Pneumologia ospedale San Filippo
Neri.
- Dott. Vincenzo Cilenti, responsabile Fisiopatologia Respiratoria,
Istituto
Regina Elena
- Prof. Domenico Enea, docente di Ostetricia e Ginecologia Università La
Sapienza, dirigente del primo centro nazionale di assistenza alle
fumatrici
in gravidanza, Policlinico Umberto I.
- Dott.ssa Gabriella Greco, responsabile servizio Cardiologia Preventiva
ospedale Santo Spirito.
- Dott. Pierluigi Koch, servizio di Pneumologia Pediatrica, ospedale
Bambin
Gesù.
- Dott. Giacomo Mangiaracina, medico igienista, supervisore dei servizi
Tabagismo ASL Roma/E.
- Dott. David Mocini, servizio Cardiologia ospedale CTO.
- Dott. Francesco Russo, chirurgo, Università di Tor Vergata, clinica
Columbus.
Il progetto sarà presentato nei prossimi bollettini.
Insegnanti e medici che volessero offrire la loro collaborazione si mettano
in
contatto con noi.
Si è svolto a Padova il primo
Convegno
sul Tabagismo
Mai visti tanti studiosi e operatori schierati compatti. In più di 300, dal
volontariato alle istituzioni, dai ricercatori agli operatori di trincea,
tutti motivati e determinati sul fronte della cura e della prevenzione del
Tabagismo. Dal 30 settembre al 2 ottobre si è svolto a Padova il primo
convegno nazionale sul Fumo ed i problemi Fumo-correlati. Si è trattato di
una pietra miliare importante in questo campo. Per la prima volta sono
comparsi dati italiani, frutto di esperienze isolate che però da questo
momento acquistano nuova dignità divenendo patrimonio della collettività
scientifica.
C’è voglia di fare, e c’è tutto da fare. L’importante
è farlo bene, senza disperdere energie, facendo tesoro delle esperienze
prodotte, aggregando professionalità e multidisciplinarietà, elaborando
nuove strategie nel campo della prevenzione e del trattamento, producendo
risultati, integrando ogni risorsa utile e disponibile.
Si attende la pubblicazione degli atti.
I Giornali scrivono:
Levateci tutto ma non il tabacco - L'orgoglio
ritrovato dei fumatori
Assediati da campagne, divieti e sensi di colpa, gli
irriducibili del fumo cambiano abitudini. Ma non si arrendono
di MARINA CAVALLIERI ROMA - Le campagne sugli effetti nocivi delle
sigarette
sono convincenti: i fumatori diminuiscono e quelli che resistono tirano
avanti
facendo lo slalom tra nuovi divieti e sensi di colpa. Ma tra l'esercito
ancora
vasto dei fumatori, tra gli ostinati che non hanno nessuna intenzione di
abbandonare il vizio, di essere sani, guarire e redimersi, si fanno strada
nuovi comportamenti, fiorisce una sorta di orgoglio, di ostinazione cieca a
continuare. In un modo o nell'altro.
E il mercato, che non abbandona mai i suoi consumatori, trova nuove
soluzioni
per questa tribù di irriducibili che in America è al bando, ma in Europa e
in Oriente ancora potente. L'ultima notizia arriva da Tokio, un'agenzia di
viaggio, la Nikko Travel, ha deciso di organizzare itinerari appositamente
studiati per evitare che i fumatori si trovino davanti all'implacabile
cartello "No smoking". Un' idea che altre agenzie pensano di
copiare. Del resto in alcuni aeroporti ci si è rassegnati ad avere lo smoke
corner, un luogo per chi non può fare a meno della nicotina, in alcuni casi
un posto piacevole, in altri, come Chicago, una vera camera a gas, uno
spazio
punitivo ma ancora indispensabile.
La consapevolezza dei danni del fumo è entrata nella vita quotidiana ma i
fumatori più accaniti non si pentono. A New York si è sentito il bisogno di
pubblicare una guida sui locali pubblici dove si può fumare in
tranquillità.
Anche Internet sostiene e protegge il vizio, www.natsherman.com è un sito
che
fornisce l'elenco dei negozi di tabacco di tutte le zone di New York,
riviste
come Cigarficionado (www.cigarficionado.com) segnalano nuovi locali dove
assaporare un Macanudo o un Romeo y Julieta senza dilemmi di coscienza.
Come
nell'epoca vittoriana gli uomini si ritiravano nei club per fumare un buon
sigaro senza infastidire le signore, così ora sorgono locali dove si può
aspirare una boccata di fumo senza incorrere nelle sacrosante ire del
prossimo.
Negli Stati Uniti ma non solo. A Milano sono sorti diversi cigar bar, dove,
in
verità, più che il vizio nevrotico delle sigarette trionfa il piacere denso
del sigaro, del fumo degustativo. "In questi nuovi spazi - spiega la
sociologa Linda Gobbi - il buon fumo è paragonabile a una buona bottiglia,
ci
si va per apprezzare un piacere rarefatto che appaga i sensi, per
riscoprire
il valore della pausa e della lentezza. Per molti una novità, per altri una
reazione alle campagne antifumo". Il piacere lento del sigaro o della
pipa sembra riscattare dal vizio opaco delle sigarette, per combattere il
gesto compulsivo di accendere una "cicca" dietro l'altra c'è chi
sceglie il gusto di una boccata raffinata a cui abbandonarsi ogni
tanto.
"Assistiamo alla rivincita dello slow smoke, fumare non è più
associato
al gesto automatico e nervoso della sigaretta ma ad un piacere più
rilassante
e anche più salubre", spiega Giancarlo Savinelli, produttore di
articoli
per fumatori e di una marca di sigari. Dalla guerra contro il fumo sembra
emergere vincitore il sigaro, diventato una sorta di status symbol, esibito
da
attori come Schwarzenegger e Demi Moore, da top come la Schiffer e la
Evangelista. Del resto anche Clinton, che emana minacciosi editti contro il
fumo, non si vergogna di farsi fotografare con il sigaro in bocca. "Il
consumo di sigari è in netto aumento, quest' anno in alcuni mesi le vendite
sono aumentate del 40 per cento rispetto al '98", spiega Marzia
Bertacca,
direttrice della rivista "Stil di fumo". "Nel '98 sono stati
messi sul mercato 90 milioni di Toscani, ora stanno pensando di creare
anche
sigari da donna, più piccoli, aromatizzati come quelli alla
vaniglia".
Fumatori che resistono, cambiano gusto e gesti se necessario, ma non si
arrendono. "Quest'estate abbiamo fatto una campagna per diffondere
posacenere ecologici, in stagnola, per evitare che si gettino le cicche per
terra", dice Francesca Cinelli dell'Associazione fumatori, un gruppo
che
fa campagne sul "fumo corretto". Tutto pur di continuare a
fumare.
(La Repubblica, 2 ottobre 1999, pag.
25)
Gigi Riva, due pacchetti al giorno:
"Ormai sono parte della mia vita" Non ha smesso
neanche quando giocava. Ma ha un rimpianto
ROMA (m.c.) - Gigi Riva, ex calciatore, fuma
da
sempre. Diciotto sigarette al giorno quando scendeva in campo. Poi, da
quando ha smesso, il numero è aumentato, oggi le sigarette sono molte di
più.
Quante?
"Molte".
Sessanta?
"Qualcuna di meno".
Non riesce proprio a togliersi il vizio?
"No, ci ho anche provato ma non ci sono mai riuscito. Cerco di
limitare, di mettere dei paletti. Ma alla fine non resisto. E' un fatto
gestuale, mi manca il gesto di accendere una sigaretta, tenerla tra le
mani.
Del resto ho cominciato quando avevo sedici anni, fumavo anche quando
giocavo... è parte della mia vita".
Le campagne antifumo sono poco efficaci?
"Queste campagne servono ad informare ed è giusto farle, sono
d'accordo e credo che possano raggiungere dei risultati, ma personalmente
non riesco a smettere solo perché aumentano i divieti. Ci vuole qualcosa
di
più".
Cosa?
"Bisogna raggiungere una convinzione interiore".
Qual è il momento in cui le manca di più una sigaretta?
"Dopo una buona cena, un caffè, allora mi ci vuole una sigaretta.
Trovo giusto però che ci sia uno spazio apposito nei locali, dei posti
per
fumatori".
Negli aeroporti come fa?
"Vado fuori e poi in aereo ne faccio a meno".
Molti fumatori di sigarette si convertono al sigaro. Potrebbe farlo anche
lei?
"Sì, potrebbe essere un'alternativa anche se le due categorie di
fumatori non sempre coincidono. Anzi. Il passaggio non è
automatico".
Non c'è mai stato un momento in cui avrebbe potuto smettere?
"Quando ho smesso di giocare potevo limitarmi, mantenere quei
livelli,
ciò di cui mi pento è aver aumentato, un errore che avrei potuto
evitare".
C'è una sorta di ostinazione orgogliosa in alcuni fumatori...
"La considero una sciocchezza".
(La Repubblica, 2 ottobre 1999, pag. 25)
"Un bel sigaro? Non è un vezzo, è una
filosofia"
Parla il titolare di un cigar bar
ROMA (m.c.) - "Sicuramente una spinta alla diffusione
del sigaro, qui a Milano, l'ha data anche il film Buena vista social
club", ammette Lucio Ingenito, gestore dell'"Hora Feliz",
un
locale nato sfruttando il mito del sigaro e delle sue atmosfere. Ai suoi
clienti offre, tra un rhum e una tequila, la degustazione di
Montecristro,
Hupmann e Davidoff. Dice soddisfatto: "Io vendo una
filosofia".
Più che una filosofia il sigaro sta diventando una moda...
"Forse è nata come moda ma credo che sia destinata a durare, a
prendere piede e conquistare una fetta di ex fumatori di sigarette. Chi
sceglie di fumare un sigaro impara ad apprezzare il fumo di qualità,
impara
ad associare i sigari ad altri piaceri come quello di una buona
bottiglia.
Diventa uno stile di vita".
I sigari non costano troppo per essere un' alternativa alle
sigarette?
"I sigari costano ma si fuma molto di meno, ne bastano pochi, è
proprio un'altra filosofia rispetto alle sigarette. Il sigaro va
assaggiato
un poco alla volta, è un po' come la bottiglia: l'ubriacone la scola,
l'intenditore ne beve un bicchierino".
La diffusione del sigaro può essere una reazione alle campagne
antifumo?
"Sì, nel senso che alcuni fumatori di sigarette si sono convertiti
al
sigaro. Ma il sigaro non è un vizio, è un piacere che si assapora quando
capita. Io poi non vendo sigari. Non faccio il tabaccaio. Li offro da
degustare insieme al rhum. Come altri locali offrono l' aperitivo con le
patatine. I clienti portano i sigari e io li conservo nel locale, in un
umidificatore. C'è tutta una procedura che va rispettata. Un
rito".
Chi sono i suoi clienti?
"Molti giovani, l'età media è 25 anni. Sto notando che anche nel
bere
i giovani stanno apprezzando più la qualità che la quantità".
(La Repubblica, 2 ottobre 1999, pag. 25)
Notizie dal Mondo
FRANCIA:
La compagnia ferroviaria francese paga i gruppi
anti-smoking
La corte francese ha ordinato alla compagnia ferroviaria nazionale, la
SNCF,
di pagare i danni, per circa 1.600 dollari, a due associazioni
anti-smoking (la Lega contro il Fumare Pubblico ed il Comitato Nazionale
Contro il Fumo), affermando che a Lyon la stazione ferroviaria non ha
informato sufficientemente i viaggiatori circa il divieto di fumare.
Alcuni cartelli all'entrata della stazione ferroviaria di Lyon’s
Part-Dieu
dicono: "Sei entrato in un'area destinata a non-fumatori, grazie
per avere
spento le vostre sigarette." Ad ogni modo la Corte ha convalidato
una
decisione risalente al 1997 che affermava che gli avvisi erano
"troppo
discreti". La Corte ha anche affermato che la presenza di
portaceneri
nella stazione ferroviaria, senza adeguati avvisi posti nelle vicinanze,
spingono i fumatori a credere che si possa fumare. Dal 1992 in Francia
molti
locali sono stati designati come non-smoking, fatta eccezione per aree
destinate specificamente ai fumatori. Eppure il consumo di tabacco è
ancora
largamente accettato, e la legge viene spesso ignorata.
(Fonte: Washington Post/AP 24/9/99)
OLANDA:
Gli olandesi citano le multinazionali del Tabacco.
Nella prima sfida olandese contro "Big Tobacco", un uomo con un
enfisema cronico da 41 anni di Fumo sta citando in giudizio la R.J.
Reynolds,
la Philip Morris ed altre due compagnie del tabacco, sostenendo che le
sostanze contenute nelle sigarette avrebbero rovinato la sua salute. Wim
Schegget, 55 anni, aveva smesso di fumare dopo aver sofferto per anni
della
malattia legata al Fumo. Aveva cominciato a 14 anni e nel tempo
aveva
sviluppato un enfisema cronico per il quale dovette pure subire un
intervento chirurgico. Dal momento in cui Ter Schegget ha realizzato
quanto
pericoloso fosse il suo fumare, era a due pacchetti al giorno e non
riusciva
a smettere.
In una lettera a quattro compagnie menufatturiere del tabacco – le
altre due sono la British American Tobacco di Londra e la Douwe Egberts,
primo fabbricante di sigarette in Olanda – il procuratore legale di Ter
Schegget, Martin de Witte, informava le compagnie del suo intento di
citarli
in giudizio per dani. Egli ha affermato che il Governo
Olandese è parte
in causa fra gli accusanti per "insufficiente informazione
pubblica sugli effetti dannosi del tabacco".
Il doumento dimostra ancora che le compagnie manifatturiere avevano
sufficienti conoscenze ed informazioni sulla capacità di dare dipendenza
delle sostanze contenute nelle foglie di tabacco. De Witte ha riportato
casi
negli USA e in Gran Bretagna che hanno provato che le the compagnie
sapevano di
tali implicazioni sulla salute, aprendo così il varco al processo
olandese attraverso questi precedenti.
La battaglia si presenta dura in ogni caso. Wutz è uno dei 5 milioni
di fumatori olandesi che rappresentano un terzo della popolazione in
questo
paese. E in Olanda fumare è un comportamento sociale accettato al
lavoro, nei ristoranti e nella maggiorparte degli uffici
pubblici.
(Fonte: Associated Press, 24/9/99)
RUSSIA:
La Philip Morris produce le Marlboro russe.
La Philip Morris inizierà la produzione di una
versione
russa delle Marlboro il prossimo inverno, ha riportato il quotidiano
russo
Izvestiya. In accordo con finanziatori locali la Russia si prepara alla
piu'
grossa operazione di produzione agricola del tabacco, del costo di 335
milioni di dollari. La Philip Morris controlla attualmente il 16 per
cento
del mercato del tabacco russo. E si prepara ad incrementarlo. Come è
possibile concepire in tal modo una politica estera di controllo del
consumo
di tabacco?
(Fonte: Izvestiya, Bloomberg News 21/999)
SVEZIA:
La diminuzione
dell'abitudine al Fumo raggiunge
i livelli stabiliti dall'OMS
Meno di un adulto svedese su 5 fuma tabacco
quotidianamente, e questo fa della Svezia il primo paese al mondo che
raggiunge l'obiettivo stabilito dall'OMS di ridurre il Fumo del 20 per
cento
in accordo al rapporto pubblicato dall'Istituto di ricerche statistiche
Veca. Solo
il 19.7 per cento degli svedesi tra i 16 e gli 84 anni sono fumatori.
(Source: Associated
Press, 17/999)
Non cominciare, perche ti sarà
difficile smettere
Ogni fumatore con cui parlate vi dirà che fumare fa male.
Allora perché continuano a
fumare?
MITO: Le compagnie del tabacco
divulgano che il
fumare rappresenta una scelta adulta.
VERITA': I fumatori cominciano da ragazzi o
da
bambini età in cui è difficile operare una scelta in piena libertà.
Più del 70% dei fumatori
vorrebbe smettere.
MITO: I produttori di sigarette rinforzano
il
concetto che i fumatori possono smettere quando vogliono.
VERITA': Fumare è una dipendenza fisica e mentale ad ogni effetto,
una volta
che cominci è davveri difficile fermarti.
Cosa non ti dicono i produttori e
venditori di Tabacco.
- Le possibillità di avere successo al primo
tentativo di smettere
di fumare sono di 1 a 100.
- I fumatori che smettono sono tutti a forte rischio di ricaduta.
- I fumatori hanno successo a smettere non
prima di avere effettuato 3 o 4 tentativi precedenti.
Con le loro proprie parole
Sin
dagli
anni 60 le industrie del tabacco avevano scoperto che questo
prodotto
crea dipendenza, ma lo hanno taciuto all'opinione pubblica.
Ecco
l'evidenza pronunciata dalle loro stesse parole:
- “La Nicotina crea dipendenza. Noi abbiamo fatto commercio di
Nicotina, una droga.” – Addison Yeaman, ‘Brown and Williamson’,
17 Luglio 1963.
- “Fortunatamente per l'industria del Tabacco la Nicotina crea
abitudine ed è unica nelle sue molteplici azioni fisiologiche.” –
research planning memo by RJ Reynolsd Tobacco Co - researcher
Claude
Teague, 1972.
- “Pochissimi fra i consumatori sono attenti agli effetti della
Nicotina, si tratta di una droga in grado di creare dipendenza, ed
è
anche un veleno." – Brown and Williamson memorandum signed by
HD Steele, 1978.
-----------------------
Fonte: ‘Don’t Start: Why can’t you leave the pack
behind’, Utusan Konsumer, Malaysia,
May 1999, pg 17.
Siti utili
Ecco due siti internet dove si può trovare una vera collezione delle
principali pubblicità sul Tabacco dagli anni 40 e 50:
http://www.chickenhead.com/truth/index.html
http://users.wclynx.com/theshaws/index.html
In anteprima un aggiornamento sulle politiche americane e
internazionali di lotta al Fumo che potete scaricare, alla pagina: http://www.teklab.it/gea/nosmoke/Documenti/tobacco_reduct.htm
E qua trovate 8000 documenti fra cui quelli famosi sottratti alle
multinazionali del Tabacco.
http://www.house.gov/commerce/TobaccoDocs/documents.html
http://secure.nap.edu/cart/cart.cgi
ftp://ftp.cdc.gov/pub/Publications/mmwr/rr/rr4304.pdf<
/u>
Final Report of The Advisory Committee on Tobacco Policy
and Public Health
http://www.science-policy.com/tobacco/report.htm#4
"Il Fumo passivo aumenta il rischio acuto
di accidenti vascolari cerebrali"
Documentazione scientifica nel sito: http://www.tobaccocontrol.com/
a>
"Women are more neurotic than men and more likely to
need
to smoke in
stressful situations, presumably because they are less well able to deal
with stress... " - confidential BAT document "The Smoking
Behavior
of
Women" 12.11.1976 # 650008183
|