GEA Newsletter, n. 6 -
Novembre 1999
Hanno collaborato a questo numero: Comitato
Roma senza Fumo, Domenico Enea, Sari Gilbert, Franco Russo, Valentina Sciubba,
Margherita Iavarone, Piero Caporali, Massimo D'Angeli.
Direttore: Giacomo
Mangiaracina
Mailing-List: Vincenzo
Annunziata
Sommario:
1. Numeri in crescita (di G.
Mangiaracina).
2. Roma senza Fumo in cantiere: i
servizi.
3. Cerchiamo
collaboratori.
4. La Stampa italiana: Il Sole 24 Ore -
Il fumo fa male al bilancio (di Sari Gilbert).
5. Stampa estera: E la Philip Morris fa
pure beneficenza contro il Cancro (di Victoria Button).
6. Notiziario.
7. Cerchiamolo in
Internet.
8. Ringraziamenti.
1. Numeri in
crescita
Chi legge "GEA Newsletter"? In questo momento
sono 600 i sottoscrittori, tra soci, ex-fumatori, medici, insegnanti,
collaboratori, operatori del pubblico e del privato sociale, interessati alla
materia o semplici curiosi, che si affacciano al sito chiedendo le E-News sul
tabacco e i problemi Fumo-correlati (www.teklab.it/gea
/nosmoke/cari_visitatori.htm).
Stiamo lavorando perché arrivino almeno a
600 mila, quanto un giornale di buona tiratura, con una redazione efficiente. Le
nostre non sono aspettative, sono pretese. Pretendiamo di raggiungere tutti i
medici e gli insegnanti d'Italia che fanno di internet uno strumento di
lavoro; vogliamo creare opportunità di coinvolgimento dei
giovani; intendiamo avviare un dibattito serio sulla materia
"Tabaccologia", e mettere a disposizione degli operatori ogni informazione utile
per lavorare nel campo della prevenzione e del trattamento del Tabagismo. Ed
altro ancora.
In Italia partiamo adesso, ma con idee chiare. Le
esperienze degli altri Paesi, riportate puntualmente nelle nostre e-news, ci
sono di aiuto.
Nel frattempo, un suggerimento: perche'
non informare il medico di famiglia e l'insegnante di nostro figlio che ci
si può documentare on-line? Date loro l'indirizzo del sito.
2. "Roma senza Fumo"
in cantiere
Continuano i lavori del Comitato "Roma senza
Fumo". Questa la rete dei servizi territoriali di assistenza ai fumatori:
Istituzioni:
1. ASL RM/E - Ospedale Santo Spirito - servizio
di Cardiologia Preventiva. Terapie di gruppo per fumatori, formazione operatori
(resp. dott.ssa Gabriella Greco).
2. ASL RM/C - Ospedale CTO - servizio di
Cardiologia. Formazione operatori, assistenza fumatori (resp. dott. David
Mocini).
3. Policlinico Umberto I - Ostetricia e
Ginecologia. Servizio di assistenza alle donne fumatrici in gravidanza (resp.
prof. Domenico Enea).
4. Ospedale S. Filippo Neri - servizio di
Pneumologia (resp. dott. Stefano Cademartori)
5. Istituto Regina Elena - Fisiopatologia
Respiratoria (resp. dott. Vincenzo Cilenti)
6. Ospedale Forlanini - servizio di Pneumologia
(resp. Rosastella Principe)
7. Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori
(resp. dott.ssa Mara Ferrario)
Associazioni:
1. GEA Progetto Salute - ONLUS: prevenzione
e terapia multimodale del Tabagismo; formazione ed elaborazione di
protocolli didattici; creazione di strategie e progettualità; servizio
info-Tab - ricerche su Banche Dati; assistenza fumatori via Internet (www.teklab.it/gea/nosmoke). (resp.
dott. Giacomo Mangiaracina)
2. Lega Vita e Salute - ONLUS: terapie di gruppo; mostra della salute;
programma Newstart. (resp. Paolo Benini)
3. Cerchiamo
collaboratori
Abbiamo bisogno di collaboratori. Inviateci
notizie brevi concernenti la vostra attività nel campo della prevenzione e
dell'educazione alla salute.
Occorre inoltre tradurre alcuni testi
dall'inglese. Chi fosse disposto a darci una mano per un paio di pagine, in
forma volontariale, si faccia avanti.
4. La Stampa
italiana: Il Sole 24 Ore - COMMENTI E INCHIESTE
Martedi 19 ottobre 1999
Salute da difendere - Nei conti pubblici
i costi delle malattie causate dal tabacco superano i ricavi Il fumo fa male al
bilancio
Ma nella prevenzione e cura del tabagismo
l'Italia è fanalino di coda - Entrate fiscali per 15mila miliardi, fatturato
industriale a 3mila miliardi
di Sari Gilbert
ROMA - Il fumo, si sa, fa male ai polmoni, come
ha riconosciuto l'altro giorno perfino la Philip Morris. Ma tanto bene non fa,
parrebbe, neanche al bilancio dello Stato. Gli studi fatti finora, più
all'estero che in Italia, dove si comincia solo ora a misurare l'impatto
economico del tabacco sulla sanità, suggeriscono che i costi, diretti e
indiretti, delle malattie che possano essere in qualche modo correlate al fumo,
sono enormi e potrebbero superare di molto le entrate. I calcoli non
sono facili da fare e sono anche controversi
(gli avversari sostengono, forse un po' cinicamente, che si risparmia sulle
pensioni non pagate ai morti). Ma non c'è dubbio che il Governo italiano, forse
perché produttore di sigarette fino a pochissimo tempo fa, è molto in ritardo.
All'estero è da tempo che ricerche sui costi del fumo vengono utilizzate per
orientare le scelte pubbliche per la tutela della salute.
I dati finora disponibili - anche in Italia, dove
un'équipe del Policlinico Gemelli oggi sta lavorando su questi temi -
suggeriscono che dare avvio a una campagna governativa contro il fumo, cosa che
in Italia non è ancora accaduta, potrebbe avere anche un senso economico.
Dopotutto, se questo è vero negli Stati Uniti, dove la sanità pubblica
rappresenta solo poco più di un terzo della spesa totale per la salute, cosa
dire dell'Italia, dove il bilancio della Sanità, oggi a circa 110mila miliardi,
copre circa il 74% delle spese mediche?
Sull'attivo del tabacco ci sono naturalmente
molte cose da dire. C'è un fatturato industriale che supera i 3mila miliardi e
entrate fiscali intorno ai 15mila miliardi, che sarebbero ancora maggiori se
venisse sanata la piaga del contrabbando. Circa 325mila persone vivono almeno in
parte sul business del tabacco in Italia. Non ci sono dubbi, quindi, che il
settore, anche con la privatizzazione già avviata, porta soldi nelle casse
dello Stato e nelle tasche degli italiani, fumatori e non.Ma quanti soldi invece
ne escono per curare le malattie che secondo la scienza il fumo può provocare in
modo più o meno determinante? Negli Stati Uniti, dove negli ultimi anni questi
calcoli sono stati utilizzati dai Governi statali e federale per sostenere cause
legali contro le compagnie del tabacco, non di rado costrette a risarcire i
danni, l'ultima stima (per il 1997) delle spese mediche riconducibili al fumo è
di 89 miliardi di dollari, con una quota pubblica che superava i 25 miliardi di dollari. Solo cinque anni prima la spesa totale
era di 72 miliardi, di cui i ricoveri soltanto (vedere la tabella qui sotto)
venivano a costare oltre 39 miliardi di dollari.
Uno studio (del 1996) del Governo australiano
ha concluso che le spese governative in campo sanitario per le malattie del fumo
nel 1992 arrivavano a 646 milioni di dollari australiani, ossia circa 800
miliardi di lire. E una ricerca italiana di qualche anno fa, che però usava un
modello straniero, sosteneva che i costi sociali (cioè indiretti) del fumo in
Italia potevano arrivare addirittura a 72mila miliardi di lire.
"Sulla base dei dati disponibili in altri Paesi,
è quasi certo che le somme spese dallo Stato per correre ai ripari sono di gran
lunga più alte dei guadagni del tabacco", dice Piergiorgio Zuccaro, ricercatore
dell'Istituto Superiore della Sanità e uno dei pochi funzionari italiani a
occuparsi del tabagismo a tempo pieno. "Oltre al costo delle degenze, dei
farmaci, degli esami diagnostici, e l'assistenza ai malati terminali, si
dovrebbero - spiega - calcolare anche i giorni di lavoro persi da persone malate e dai genitori costretti a rimanere a casa
con bambini affetti da sindromi respiratorie provocate dal fumo".
E quale è il "costo" per la società delle 90mila
morti premature?
Gli esperti del settore sostengono quindi che
il tabacco ha costi altissimi per il bilancio pubblico. Ma finora, oltre alla
tassazione (circa il 73% del prezzo di un pacchetto di sigarette) nulla è stato
fatto per convincere gli italiani a rinunciare a questo vizio. "Per la prima
volta, il piano sanitario nazionale 1998-2000 propone la diminuzione del fumo
tra i suoi obiettivi", ricorda Daniela Galeone dell'ufficio che al ministero
della Sanità si occupa delle dipendenze da sostanze d'abuso (alcol e tabacco).
"Storicamente - spiega - la Sanità italiana vedeva il fumo soprattutto come un
problema di stile di vita". Ora le cose stanno cambiando, come dimostrano non
solo gli obiettivi del piano (mantenere sotto il 20% i fumatori maschi, sotto il
10% i fumatori donne, limitare il fumo tra gli adolescenti e ridurlo a zero tra
le donne incinte), ma anche la ricerca affidata al professor Achille Cittadini
del Gemelli (vedere articolo sotto). "Ma - ammette la Galeone - a tutt'oggi non
esistono fondi per finanziare una vera campagna di prevenzione del fumo. La
legislazione attuale prevede l'uso delle multe
ma si tratta di somme risibili. Una nuova proposta di legge è attualmente allo
studio dell'ufficio legislativo".
"Nella prevenzione e nel trattamento del
tabagismo, l'Italia è proprio il fanalino di coda", dice Giacomo Mangiaracina,
esperto di tabagismo e direttore scientifico del Progetto Salute Gea. "Infatti,
mentre il ministero degli Affari Sociali stanzia centinaia di miliardi per la
lotta all'eroina (solo mille morti all'anno in confronto ai 90mila decessi
provocati dal fumo) per combattere il tabagismo si ricorre soprattutto alla
buona volontà di pochi pionieri come nel caso del servizio per le fumatrici in
gravidanza del professore Domenico Enea al Policlinico Umberto I di
Roma".
Grazie al processo di privatizzazione avviato con
l'istituzione dell'Ente Tabacchi, da concludersi entro il 2001, lo Stato
italiano non è più un produttore di sigarette. "Tra i grandi Paesi occidentali
non esistono più da tempo i monopoli pubblici del tabacco e l'Italia è giunta
per ultima a questo traguardo", dice Maurizio Basile, presidente Eti, secondo il
quale la privatizzazione si è resa necessaria per affrontare una progressiva
perdita di competitività (il 20% del mercato in otto anni) che ha investito il settore. Ma economicamente, dice Basile,
la filiera del tabacco rimane di grande importanza economica e se, per assurdo,
d'un colpo tutti gli italiani dovessero smettere di fumare, il Paese ne
soffrirebbe. Intanto, con esportazioni annuali di circa 120 milioni di
chilogrammi di grezzo, l'Italia rimane il primo esportatore di tabacco in Europa
(Campania, Umbria, Veneto, Puglia sono le regioni maggiormente coinvolte). Le
vendite del prodotto lavorato in Italia hanno superato i 20mila miliardi di lire
e 185mila "addetti equivalenti" sono coinvolti nella sua produzione, soprattutto
nelle 36mila aziende agricole dove il tabacco viene coltivato e nelle 58mila
tabaccherie che provvedono alla distribuzione. E basta pensare ai benefici
diretti di cui gode lo Stato. Da solo il tabacco incide per il 6% sul volume
totale delle imposte indirette, un contributo molto elevato se comparato con la
dimensione economica (numero di occupati e fatturato) del settore. Ciò è dovuto
- spiegano a Nomisma, l'istituto di ricerca bolognese che cura annualmente il
rapporto sulla filiera - alla particolarità del settore, storicamente utilizzato
dallo Stato come fornitore di risorse finanziarie per il bilancio
statale.
Oggi i fumatori in Italia, circa 13,5
milioni, rappresentano soltanto il 24% della popolazione, in confronto al 54%
del 1954. Ma, al momento, il calo si manifesta soltanto nella popolazione più
anziana, mentre la percentuale di giovani che fumano è in aumento. Certamente un
calo ulteriore comporterebbe un'ulteriore diminuzione delle entrate fiscali. Ma
dato che il fumo è una delle cause principali delle morti che si possono
prevenire, il Governo dovrebbe fare qualcosa? Negli Stati Uniti hanno già
deciso. Adesso tocca all'Italia.
[Sari Gilbert]
5. Stampa estera:
E la Philip
Morris fa pure beneficienza contro il Cancro.
Venerdì 22 Ottobre 1999
di VICTORIA BUTTON
MEDICAL
REPORTER
The Age (Melbourne 22 Oct 1999)
Importanti organizzazioni australiane di
beneficienza si sono lamentate per la stampa di una brochure che mostrava i loro
legami con la più grande azienda del Tabacco, la Philip Morris (PM). Il
depliant, che conteneva fotografie di vari prodotti, tra cui sigarette, nominava
le suddette organizzazioni di beneficienza come destinatarie di operazioni di
sostegno o di sponsorizzazione da parte della PM e delle sue filiali
australiane. Tra i gruppi menzionati figurano istituti di beneficienza che
si occupano della ricerca sul cancro e della Sindrome della Morte Neonatale
Improvvisa, che finanziano ospedali e ospitano famiglie con bambini
ricoverati.
Alcuni dei gruppi ieri hanno
definito il depliant fuorviante, poiche' avevano avuto contatti con la Kraft
(società del gruppo Philip Morris) o con impiegati della PM solo a titolo
personale.
Il Direttore esecutivo
dell'organizzazione Quit, Todd Harper, ha definito scorretto l'uso fatto nella
brochure dei nomi dei gruppi sponsorizzati dalla Kraft. "L'aspetto per me
più irritante è che essi si interessano a problemi sanitari per i quali il
Tabacco ha responsabilità primarie, e quindi agiscono ipocritamente." La
Fondazione di Ricerca per la Morte Improvvisa ha detto che non avrebbe mai
accettato coscientemente fondi da una società di lavorazione di tabacco, perché
il Fumo è un fattore di rischio per questa sindrome. "Il nostro nome e la
nostra causa sono stati usati in modo improprio", ha detto la direttrice
esecutiva della fondazione, Kaarene Fitzgerald. Tale collegamento è venuto alla
luce in quanto la fondazione aveva, senza saperlo, sollecitato l'offerta di
grosse quantità di cioccolato Toblerone, marchio di proprietà Philip
Morris, da mettere all'asta per ricavarne fondi. La Fitzgerald ha affermato
di voler restituire il denaro ricavato, chiedendo che ogni riferimento alla
fondazione venisse tolto dal depliant.
Il Children's Medical Research
Institute ha detto che né la PM né la Kraft avevano sostenuto la loro
organizzazione, ma che alcuni dipendenti avevano partecipato, a titolo
personale, a un progetto per trovare fondi (Jeans for Genes) ricavando circa $
3.000 in poco più di due anni. "Non abbiamo niente a che fare con le società
che si occupano di tabacco", ha detto un portavoce dell'istituto, Stephen
Ryall. Il depliant affermava anche di sostenere la "HEARTWELL FITNESS
CAMPAIGNE", promossa dalla ROYAL CHILDREN HOSPITAL FOUNDATION e dalla società
privata di riabilitazione HEARTWELL.
Il finanziamento era stato fornito
dalla Kraft, ma una portavoce dell'ospedale ha dichiarato di non sapere che la
Kraft fosse proprietà della PM.
Il direttore delle relazioni
esterne della MC DONALD'S Australia, John Blyth, ha detto che la società aveva
da molto tempo rapporti con la Kraft, che forniva formaggi per gli hamburgers e
finanziava l'attività di beneficienza della società per alloggiare le famiglie
di bambini ricoverati in ospedale. "Questo rapporto, ha detto, era
iniziato prima che la PM acquistasse la Kraft, e noi non abbiamo contatti con
nessuno alla PM".
Tuttavia, un ente statale, il ROYAL
BOTANIC GARDENS, ha accettato la sponsorizzazione da parte della PM di una
mostra di sculture, affermando che era legittimo menzionare i loro rapporti nel
depliant.
[Victoria Button]
6. Notiziario
GRECIA: prima fabbrica di sigarette fuori
nazione.
L'azienda greca Papastratos ha annunciato
l'apertura ufficiale di una nuova fabbrica in Romania, la prima fuori dalla
Grecia.
Averoff Anastassios, presidente della Papastratos, dichiara che
l'investimento totale si aggria sui 4.000.000 US$ e che la Romania
rappresenta un ottimo mercato per le sigarette. La marca prodotta in
Romania sarà ASSOS.
Sarebbe questa una soluzione per arrestare il
contrabbando? Proprio le ASSOS infatti sono state oggetto di una delle più
colossali operazioni internazionali di contrabbando nell'Aprile del
98 with ASSOS cigarettes.
Fonte: Cornel Radu <radu@globalink.org> - venerdì 10
settembre 1999.
[GLOBALink -- Tobacco-Control Network]
ITALIA: I medici devono aiutare i loro
pazienti a smettere.
La media dei fumatori italiani e' fra 35
e 39 anni, con 14 sigarette al giorno fumate. Sulla base di studi
condotti dalle associazioni che rappresentano i medici di famiglia e gli
specialisti in pneumologia affermano che ci sarebbero 16 milioni di fumatori in
Italia. Inoltre si ritiene ci siano 90.000 morti l'anno attribuiti al Fumo, la
maggiorparte dei quali ha iniziato tra i 15 e i 17 anni di eta'. I
medici riferiscono che ci sarebbero ora 6 milioni di ex-fumatori in Italia e che
circa l'80 per cento di fumatori attivi dicono di volere provare a
smettere.
Fiorenzo Corti, coordinatore della campagna
anti-Fumo, ha affermato che sarebbe essenziale che i medici di famiglia
sviluppino la capacità di riconoscere e trattare i soggetti dipendenti da
nicotina tra i loro pazienti. "Smettere di fumare, a qualsiasi eta', puo'
ridurre il rischio di malattie in modo significativo ed aumentare le
aspettative di vita", ha aggiunto.
Fonte: NewsEdge, Monday, 10/18/99
ROMANIA: Il Governo proibisce la
vendita di sigarette ai minori di 18 anni.
La vendita di tabacco a minori di 18 anni
e' ora illegale in Romania. Il Governo spera che la nuova legge ridurra' il
numero di ragazzi che fumano: secondo le statistiche OMS, il 20 per cento
dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni, fumano.
Fonte: Tobacco Reporter, October 1999
TURCHIA: Gesto umanitario della Philip
Morris
Secondo l'agenzia France Presse, la Philip
Morris ha distribuito sigarette ad Adapazari, in seguito al terremoti
dell'agosto scorso che ha distrutto migliaia di case. Secondo un'altra
fonte di informazione, la generosita' della Philip Morris non si sarebbe
limitata solo alle sigarette: la compagnia avrebbe fornito aiuti nella creazione
di 200 tendopoli e provveduto a nutrire gli abitanti.
Fonte: Tobacco Reporter, October 1999
INDIA: Il Ministro della Sanita' propone
il divieto della pubblicita' del tabacco
Il MInistro della Sanita' sta lavorando per
vietare la pubblicità del tabacco con una legge che impone di dichiarare sui
pacchetti il contenuto di catrame e nicotina e che prevede una campagna
informativa di due anni sui pericoli del consumo di tabacco.
"Il tabacco e' ampiamente riconosciuto come una
delle maggiori cause di malattie cardiache in India dove piu' di 63.000
persone al giorno muoiono a causa del fumo", ha affermato Prakash
Gupta, ricercatore del Tata Institute of Fundamental
Research.
Source: Economic Times (India) 18/10/99
USA: Tobacco
Spitting Competition (gara di sputo)
Il campione in carica, Bill Barrioz, ha vinto il
19th Spittoono annuale, una gara di lancio di sputo dei
masticatori di tabacco, a Blue Ridge Mountains, nel South Carolina. Lo sputo
vincitore di Barrioz ha raggiunto i 20 piedi ed 1,5 pollici, circa 7 metri.
Il suo migliore "lancio" personale e' stato di 21 piedi e 11 pollici.
Barrioz ha vinto il primo premio: un refrigeratore per birra vuoto.
Fonte: International news column of Tobacco
Reporter: (Ottobre 99)
ANDORRA: Al bando il
contrabbando
Il principato di Andorra ha varato una nuova legge
per rendere illegale il contrabbando, stravolgendo così la sua
reputazione di porto franco. Fino ad ora il contrabbando non era stato
considerato un crimine.
Fonte: World Tobacco, September 1999
7. Cerchiamolo in
Internet
Quanto è vera la storia dei 400.000 morit
atrribuiti al Fumo negli USA? Per mettere a tacere i detrattori,
l'AMERICAN COUNCIL ON SCIENCE AND HEALTH ha fatto uno studio
per affrontare le opposizioni al dato epidemiologico. A conti fatti i morti
sarebbero molto di più. Chi desiderasse lo studio originale, in formato PDF, può
chiedercelo. Oppure fra qualche giorno lo si può scaricare direttamente dal
nostro sito internet: http://www.t
eklab.it/gea/nosmoke/banca_dati_tabagismo.htm.
8. Ringraziamenti
Si ringrazia Vito Rallo e lo staff di Medialab
per la consulenza gratuita e ci congratuliamo per l'alta tecnologia di
programmazione impiegata (vedi: www.eurservice.it).
GEA Newsleter - redazione