Tabagismo & PFC

GEA E-Newsletter, n. 10Marzo 2000
Tiratura: 1131 copie
collaborano a questo numero: Alberto Pellai, Valentina Sciubba, Domenico Enea, Massimo D'Angeli, Piero Caporali, Margherita Iavarone, Nicolino Rago, Vincenzo Zagà.
Direttore:
Giacomo Mangiaracina
Mailing-List: Vincenzo Annunziata

Sommario:
1. INSIDER. E la lotta al Tabacco conquista il Cinema. - G. Mangiaracina
2. Data dell'anno, il 5 Novembre 2000: Giornata dei Non-Fumatori.
3. Adolescenti: Bacco, Tabacco e... Televisione - di Alberto Pellai
4. Stampa italiana Nicotina, il nuovo salva-cervello? - di Carla Massi, Il Messaggero.
5. La danza delle cifre. - lettera di Vincenzo Zagà a "Salute" di Repubblica.
6. Olanda: Organizzazione di aiuto per le vittime del tabacco
7. Ultime notizie: Lombardia contro il Fumo.
8. E Grillo disse...

1. INSIDER. E la lotta al Tabacco conquistò il Cinema.
di GIACOMO MANGIARACINA
Ero accanto a Vittorio Gassman l'altra sera al Doria alle 18 e 30. Così, per caso. "Insider" deve aver conquistato anche lui se è rimasto tre ore inchiodato sulla poltrona con gli occhi fissi sullo schermo. Perché il film tira proprio. E osservavo quei due mondi del cinema che si confrontavano in modo stridente. Il ricordo di quello che Gassman ha rappresentato, dalla commedia all'italiana al mitico "Brancaleone", con la fiction-verità il cinema americano d'oggi, che fa spettacolo da brivido, con sceneggiature veloci e regie che fanno scuola. "Insider" è uno di questi. Tre ore di film improntate su un'unica rivelazione: la Nicotina è una droga, e i suoi effetti sul cervello sarebbero potenziati dall'ammoniaca, aggiunta alle sigarette in modo fraudolento dalle aziende del Tabacco. Dove sta la potenza di questa rivelazione? Nel fatto che sin dal 1963 le ricerche delle stesse compagnie del Tabacco l'avevano già dimostrato ma ne tacevano i risultati, spergiurando il contrario.
La vicenda di Jeffrey Weigan meritava di essere tramandata, perché il mondo possa anche riconoscere i suoi eroi, ma al di là del personaggio, forse anche un po' controverso, il merito della grande operazione va al lavoro di squadra, giornalisti e legali, con l'appoggio dello Stato del Minnesota. Fu questa la vera coalizione in grado di mettere in ginocchio la Brown and Williamson e le altre multinazionali, scucendo dalle loro potenti casseforti oltre 400 milioni di dollari.
In questa e-Newsletter si dimostrano conseguenze ulteriori di questo processo innescato. L'Olanda si prepara ad affilare le armi, con specialisti in Litigation, del tutto intenzionati ad aprire una grossa breccia nelle corazze poderose di Big Tobacco. Ma gli americani sono bravi anche a raccontarceli i fatti. E a giudicare dai commenti, il film è piaciuto anche a Gassman, che nell'età della saggezza, ovviamente, avrebbe deciso di non fumare.
(G. Mangiaracina)

2. Data dell'anno. Il 5 Novembre 2000: Giornata dei Non-Fumatori.
Un'altra sigla forte e minacciosa si aggira per l'Italia, quella della Coalizione Internazionale contro il Tabacco, l'ICAT (International Coalition Against Tobacco). Si tratta della prima organizzazione che mette in comunicazione oriente ed occidente. Infatti è stata inaugurata in India nell'ottobre scorso ed ha subito raggiunto gli USA, passando per l'Europa (INGCAT), e l'oriente, fino alla Nuova Zelanda e all'Australia. Coordinatore è il Dott. Bobby Ramakant. GEA rappresenta l'Italia.
La prima iniziativa di rilievo dell'ICAT sarà la "Giornata per i Diritti dei Non Fumatori", già portata a conoscenza dei nostri lettori nel precedente numero 9/bis di Gea-news. La Giornata sarà celebrata per la prima volta il 5 Novembre e si rivolgerà principalmente ai ragazzi, primi non-fumatori da tutelare in assoluto. Hanno già aderito formalmente: SITAB (Società Italiana di Tabaccologia), SITD (Società Italiana per le Tossicodipendenze) e GITab (Gruppo di interesse per il Tabagismo)
SIC (Società Italiana di Chirurgia), SICO (Società Italiana di Chirurgia Oncologica). Qualche segnale si attende dalla SIMG e da alcuni Comuni della rete delle Città Sane.
Chi volesse aderire si rivolga alla nostra redazione: gea@teklab.it. Inoltre, per chi vuole attuare iniziative scolastiche, vi è la possibilità di avere scambi culturali con ragazzi delle scuole indiane con uno scambio di elaborati sul problema del Fumo, da pubblicare nei rispettivi giornalini scolastici.

3ADOLESCENTI: BACCO, TABACCO E ..... TELEVISIONE
di ALBERTO PELLAI
Uno dei settori in cui maggiormente è dimostrabile la correlazione tra mass media e comportamenti da essi indotti è quello che vede coinvolte le multinazionali del tabacco e dell'alcool, le cui politiche di marketing prevedono una strategia molto aggressiva per conquistare al mercato nuovi acquirenti e consumatori appartenenti alla fascia d'età adolescenziale e giovanile. L'efficacia della comunicazione pubblicitaria in questo ambito è dimostrata dall'entità dell'investimento che ogni anno le multinazionali impegnano in attività promozionali: ben 8.000 milioni di dollari vengono infatti spesi per far comprare prodotti a base di alcool e tabacco e, di questo denaro, soltanto un terzo è impiegato in pubblicità diretta (spazi pubblicitari che invitano all'acquisto del prodotto, situazione tra l'altro vietata per legge in Italia per le sigarette) mentre i restanti due terzi vengono utilizzati per attività di marketing indiretto quali sponsorizzazione di eventi sportivi o concerti rock oppure pubblicità passiva od occulta, striscioni negli stadi o adesivi sui caschi o sulle automobili di Formula 1. Ogni giorno l'industria del tabacco ha bisogno nei soli Stati Uniti di 3.000 nuovi fumatori per garantirsi margini di profitto e guadagno adeguati alle proprie previsioni e valutazioni economiche. Non per nulla, negli U.S.A. l'86% degli adolescenti che fumano, preferisce sigarette di una delle tre marche maggiormente pubblicizzate dai mass media. Effettivamente la presenza di messaggi diretti o indiretti (e quindi con potere di convincimento subliminale) promuoventi l'uso (e abuso) di sostanze ad azione psicotropa è assai ridondante all'interno dei mass media.
L'analisi di un campione di 36 ore di programmi televisivi ha evidenziato come in esso fossero riscontrabili 149 messaggi correlati all'abuso di alcol e sostanze ad azione psicotropa. In tale studio, un messaggio veniva considerato a sostegno di alcol o sostanze stupefacenti quando non era evidenziabile alcun elemento che ponesse una luce negativa su tale comportamento. Dei 149 messaggi analizzati, ben 121 erano a favore di tali comportamenti, non essendo stato possibile rintracciare alcun fattore di condanna o di denuncia. Soltanto in 21 casi la problematicità e le conseguenze derivate dall'abuso di sostanze ad azione psicotropa ricevevano menzione. L'indice a favore di tali comportamenti passava da 6 contro 1 a 10 contro 1 quando, dalla totalità,  venivano isolate le sole situazioni che avevano a che fare con il consumo di alcol.
L'aggressività con cui le multinazionali del tabacco si rivolgono ai mass media per uncinare giovani consumatori è legata alla crisi di mercato riscontrata durante gli anni '80, quando le campagne di prevenzione e i gruppi per i diritti dei non fumatori sono riusciti a creare un movimento di opinione e a promuovere una serie di leggi che hanno drasticamente ridotto il numero di sigarette vendute e fumate tra la popolazione adulta, condizione che a tuttoggi non ha, invece, ancora interessato il mercato delle bevande alcoliche. L'industria del tabacco ha, perciò, immediatamente intuito che l'unica possibilità per mantenere elevati livelli di profitto consisteva nell'ampliamento della popolazione dei nuovi consumatori e, quindi, nel reclutamento di nuovi fumatori tra i preadolescenti e gli adolescenti. I risultati non hanno tardato a farsi evidenti: nel quinquennio 1991-95, negli U.S.A. la percentuale di studenti della scuola superiore che fumano è cresciuta del 7%, passando dal 28% al 35%, (anche se fra questi, la percentuale di quelli che dichiarano di fumare con regolarità tutti i giorni è pari al 3.5%) .
In questo stesso periodo di tempo, J.Pierce e il suo gruppo in California hanno monitorato 1752 adolescenti che non avevano mai fumato nel 1993 mettendo in correlazione la loro esposizione a messaggi promozionali con il loro comportamento di fumatori nei successivi tre anni e hanno dimostrato che il 34% di tutte le sperimentazioni di tabacco da parte di individui compresi nella fascia d'età 12-17 anni sono da attribuirsi alle iniziative promozionali promosse dalle multinazionali del tabacco. Rapportato alla popolazione generale, questo comporta che più di 700.000 adolescenti statunitensi sperimentano il fumo di sigarette grazie alle strategie di marketing aziendale. Questo dato è tanto più grave poichè la ricerca dimostra che quanto prima un ragazzo comincia a fumare e tanto maggiore è la sua probabilità di divenire dipendente dalla nicotina, come dimostra il fatto che l'89% dei fumatori abituali ha provato la sua prima sigaretta prima di raggiungere i 18 anni e che 3 adolescenti fumatori su 4 pur provandoci non sono più capaci di smettere di fumare.
La pubblicità diretta ed indiretta,  la "glamourizzazione" (effetto che rende socialmente accettabile, desiderabile ed addirittura eleva a status symbol una serie di comportamenti che invece hanno ricadute negative sullo stato di salute individuale e collettivo) del tabacco che da essa ne deriva sono un fenomeno voluto e ricercato dei responsabili di marketing delle multinazionali e risponde a strategie di immagine ben precise. Infatti, mentre per vendere un detersivo o una passata di pomodoro si ricorre ad un prototipo di pubblicità che potremmo definire "FUNZIONALE", che decanta cioè le caratteristiche e funzioni del prodotto in oggetto in modo tale da spingere il potenziale consumatore all'acquisto, alcol e tabacco si servono di spot e messaggi maggiormente basati su un modello di pubblicità "PROIETTIVA" o, a volte, identificatoria. Nella modalità proiettiva, lo spot mostra un luogo, una situazione sociale o un gruppo al quale sarebbe bello appartenere e che presenta caratteristiche assai lontane da quelle dello spettatore. La pubblicità degli alcolici tende, per esempio, a proiettare il potenziale consumatore in un mondo di gente benestante e caratterizzata da elevato tenore di vita, dove tutto è luccicante, bello, elegante. Quasi sempre, perciò, queste pubblicità offrono suggestione, incanto, modelli di uomo e donna verso i quali tendere e ai quali desiderare di assomigliare. Succede, infatti, molto frequentemente che la desiderabilità di una situazione proposta dai media provochi un subconscio meccanismo di identificazione con la situazione proposta, tale da indurre nello spettatore una conseguente ed inconsapevole aspettativa verso se stesso, dalla quale il soggetto riesce a liberarsi soltanto attraverso l'imitazione del comportamento in questione.
La più eclatante delle operazioni pubblicitarie effettuate per promuovere il consumo di tabacco tra i più giovani è quella promossa dalla Camel negli Stati Uniti. La Camel ha "rivoluzionato" la modalità con cui venivano solitamente pubblicizzate le sigarette, affidandola ad un persoanggio dei cartoni, tale Joe Camel, cammellino antropomorfo, con uno stile alla James Bond, sempre ai bordi di una piscina o in sella a moto di
grande
cilindrata e costantemente in compagnia di bellissime ragazze. Naturalmente Joe Camel fa tutte queste cose con la sigaretta in bocca, e la sigaretta è sempre una Camel. Joe Camel ha stravolto le regole di marketing delle sigarette. Portando il linguaggio dei cartoni animati dentro alla pubblicità del tabacco, la Camel ha cercato di normalizzare l'immagine della sigaretta fin dall'età più precoce, promuovendo l'induzione di attitudini positive nella mente dei piccoli spettatori. E' in questo modo che ...piccoli futuri fumatori crescono e a conferma di questa affermazione ci sono i dati di profitto e vendita. Rispetto ad un campione di popolazione adulta, più del doppio degli spettatori bambini che avevano assistito allo spot avente come protagonista Joe Camel sono stati in grado di associarlo alle sigarette Camel e hanno ritenuto molto divertente lo spot pubblicitario. In soli tre anni, dopo l'introduzione del personaggio Joe Camel negli spot pubblicitari, la Camel ha ampliato di ben 64 volte la sua fetta di mercato "adolescente". Le preferenze dei ragazzi americani nei confronti delle sigarette Camel è passata dallo 0.5% al 32% e il fatturato delle Camel legato alla vendita di sigarette ai minori è passato, nello stesso arco di tempo, da 6 milioni di dollari a 476 milioni di dollari. E' indubbio che i mass media hanno una capacità non facilmente comparabile nell'influenzare le scelte dei ragazzi, anche (e forse soprattutto)
quelle legate ai comportamenti a rischio. Per esempio, due ricerche indipendenti condotte negli Stati Uniti hanno dimostrato che le tre marche di sigaretta per le quali vengono spese le più alte cifre in pubblicità sono quelle che risultano più popolari anche tra gli adolescenti.
Il problema fondamentale è che moltissime volte la trasmissione di messaggi e valori, la creazione di attitudini positive verso comportamenti che dovrebbero invece essere contrastati e allontanati, avviene in modo ambiguo e subliminale, quasi indiretto e toglie allo spettatore la possibilità di porsi con consapevolezza rispetto ai messaggi che lo colpiscono e nei confronti dei quali dovrebbe agire capacità critiche e di pensiero. Non va dimenticato che tale esercizio del pensero critico e logico-astratto che pure l'adolescente possiede, è comunque messo in crisi dal già precedentemente citato fenomeno della "pseudostupidità". E' indubbio: in questi anni le multinazionali del tabacco e dell'alcool stanno cercando di convincere gli adolescenti a "dire sì" alle sigarette e alla birra mentre tutto il resto della società sta cercando di far loro "dire no" a qualsiasi tipo di droga. Si è calcolato che un adolescente per ogni messaggio preventivo contro le sostanze ad azione psicotrope che riceve, viene raggiunto da almeno 25-50 spot relativi a birra e bevande alcoliche. L'alcol, del resto, viene presentato nei media con una frequenza che è almeno tre volte superiore a quella di qualsiasi altra bevanda.
Sono dati che confermano la complessità comunicazionale che un adolescente, crescendo, si trova a dover fronteggiare. Non deve essere facile districarsi in questa giungla di messaggi, che colpiscono forte la mente e la fantasia di chi li percepisce. Si collocano tra conscio e inconscio e hanno spesso facile gioco del proprio bersaglio,
frequentemente abituato a ricevere il messaggio comunicato, ma non a decodificarlo, interpretarlo, relativizzarlo. Di nuovo, in mezzo a questa entropia di messaggi, servirebbero adulti attenti e competenti, capaci di proporre alternative e aiutare il preadolescente a smontare e ricostruire ciò che il piccolo schermo ed i mass media gli forniscono come dato assoluto, non interpretabile e che non può essere messo in discussione. Non c'è dubbio che la desiderabilità e l'appeal con cui i media sanno presentare e proporre comportamenti e prodotti contrari al
benessere, agiscono attraverso l'attivazione di processi consci e subconsci, secondo modalità che possono essere sia separate che combinate. Poichè la comprensione degli intenti persuasivi di un messaggio funziona da potente dissuasore, in quanto intacca le variabili cruciali del processo di decision-making, l'educazione ai media può aiutare i giovani spettatori, promuovendo in loro un atteggiamento critico e realista ed aiutandoli a discriminare ciò che è giusto da ciò che non lo è. Ma per fare questo occorrono figure adulte con funzione educativa efficace e presenza attenta e disponibile. Certo che, se pure noi, adulti ed educatori, veniamo travolti e sommersi dal medesimo caos mediatico e spesso non solo non riusciamo a ritrovare la direzione, ma anche ne veniamo ugualmente sopraffatti, allora ancora di più l'adolescente non può che cadere in balia di un processo che può soltanto subire.
(di Alberto Pellai, Istituto di Igiene e Medicina Preventiva, Università di Milano)

4. Stampa italiana: Nicotina, il nuovo salva-cervello?
di CARLA MASSI
Ricerche in Usa rivalutano la sostanza nella cura di Parkinson e Alzheimer
ROMA - Le sigarette fanno male, ma la nicotina no. La "sentenza" è di un gruppo di ricercatori americani: la sostanza contenuta nel tabacco curerebbe malattie del cervello come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la sindrome di Tourette. L’annuncio arriva da Washington, ad un convegno nel quale diversi specialisti hanno presentato i risultati di numerosi studi condotti su persone anziane, ragazzi e bambini. Per tutti, un risultato: si sarebbero riscontrati tali benefici dalla somministrazione della nicotina (un alcaloide che induce la produzione dell’adrenalina) da poter ridurre la dose quotidiana dei sedativi.
Il professor R. Sanberg dell’università del Sud della Florida ha provato la nicotina su un centinaio di giovani pazienti colpiti dalla sindrome della Tourette caratterizzata da contrazioni del viso, improvvisi movimenti a scatto della testa e frasi ripetute ossessivamente. E solitamente curata con la somministrazione di un potente tranquillante. Il ricercatore americano ha riscontrato buoni risultati dopo l’applicazione sulla pelle dei ragazzi e dei bambini di cerotti a basso dosaggio, quelli usati da chi vuole smettere di fumare. Si tratta di cerotti che, lentamente attraverso il derma, rilasciano quotidianamente piccole dosi di nicotina. «Il problema - ha commentato il professore - è chiedere ai genitori di mettere i propri figli sotto cura di nicotina».
All’università del Vermont la sostanza contenuta nel tabacco è stata sperimentata su quindici persone colpite dal morbo di Parkinson e su sei malati affetti dal morbo di Alzheimer. Nei parkinsoniani sarebbe stato registrato un maggiore controllo dei movimenti, negli altri «un miglioramento nell’apprendimento verbale e nella memoria».
I fumatori non esultino. Gli studi non vogliono, nel modo più assoluto, diventare un alibi per continuare a divorare sigarette. «Sia chiaro - insorge il dottor Giacomo Mangiaracina presidente della Società Italiana di Tabaccologia - il fumo deve essere dimenticato. Si sa che la nicotina è un neurofarmaco usato per alcune patologie ma questo non giustifica l’abitudine. Ricordiamo, inoltre, che in una "bionda", oltre a questa sostanza ce ne sono almeno altre 3800, sì 3800. Si tratta di veleni, anche di residui di pesticidi del tabacco, capaci di indurre tumore nei polmoni. Temo che queste ricerche possano diventare, per molti, una ridicola scusa per continuare a fumare».
Gli esperti italiani non si sorprendono degli esiti delle ricerche condotte negli Usa. Anche da noi, infatti, per alcune malattie che colpiscono il cervello si fa ricorso a farmaci capaci di stimolare, come la nicotina, la acetilcolina, il neurotrasmettitore carente, per esempio, nei casi di demenza. «Per le forme iniziali di Alzheimer - spiega il professor Stefano Ruggieri del Dipartimento di scienze neurologiche dell’università "La Sapienza" di Roma - la nicotina può essere un’arma vincente. Capace di bloccare la degradazione delle cellule. Nei malati di Parkinson, invece, non abbiamo riscontrato significativi miglioramenti nel controllo del tremore. Non abbiamo, invece, dati comparativi per quanto riguarda la sindrome di Tourette. In questo caso credo si possa avere una buona azione sedativa ma ho dubbi sul lavoro che la sostanza può fare sul fronte della psiche». Un’obiezione, però, viene avanzata dai nostri esperti. Questa cura, infatti, solleva non pochi problemi terapeutici: da una parte, sul cervello
appunto, ottiene un discreto successo mentre, sul resto del corpo, sono stati riscontrati numerosi effetti collaterali. «La nicotina - aggiunge Ruggieri - lo sanno bene i fumatori, induce tachicardia, disturbi intestinali, ipertensione. E questo, ci obbliga a pensare alla terapia con una grande cautela. Soprattutto nelle persone anziane si deve trovare il punto di equilibrio per non andare incontro ad ulteriori e più gravi problemi».
(Fonte: il Messaggero - mercoledì 23 Febbraio 2000, pag. 10)

5. La danza delle cifre. Lettera a La Repubblica, inserto "Salute" del 10.02.2000.
Caro Direttore, segnaliamo una incongruenza relativa al consumo di tabacco che abbiamo avuto modo di osservare nel numero di "Salute"-Repubblica del 13 gennaio scorso.
I dati epidemiologici sul Fumo riportati presentano cifre attribuite indistintamente a OMS, ISTAT, AIPO, FIMMG, etc. Ora premesso che l' ISTAT rappresenta l'agenzia di rilevazione ufficiale del nostro Ministero della Sanità e che l' AIPO non ha, finora, un suo istituto di rilevamento statistico ufficiale di riferimento, in quei dati quello anacronistico e disorientante per la gente (anche perchè sui media sono sempre riportati quelli del Ministero della Sanità) e' quello di prevalenza del Fumo nel sesso femminile dove esiste un discordanza abissale se confrontato con quello dell'OMSOra succede che il 17.3di donne fumatrici ricavato dall'ISTAT, è molto distante dal 26% riportato dall'OMS, dal quasi 28% della DOXA, e se vogliamo, anche dalla realtà con la quale quotidianamente ci confrontiamo. D'altra parte, nel ns piccolo, se a Bologna i tumori polmonari nel sesso femminile dal 1975 al 1995 sono passati da 36 a 91 unità, una ragione ci sarà.
La nostra critica mira solo a fare maggiore chiarezza. Non solo per onesta' scientifica, ma per dare la giusta dimensione ad un problema che e' stato per decenni, ed e' ancora, largamente sottostimato. E questa polemica epidemiologica e' destinata a sussistere fino a quando l'ISTAT e quindi il Ministero Sanità, non ci diranno come e da dove si ricavano quei dati. In fondo la SITAB è nata anche per questo. La saluto cordialmente.
Dott. Vincenzo Zagà, Vicepresidente SITAB
Risponde il direttore:
Le cifre che riportiamo sul giornale non le inventiamo mai: vengono sempre da fonti ufficiali. Quelle sul fumo erano riprese da un comunicato dei medici di famiglia che metteva insieme le diverse fonti dalle quali avevamo tratto i dati da noi pubblicati. Siamo d'accordo su un fatto: la precisione, sopratutto nel campo della salute, è fondamentale e se si tratta di fumo - con le arcinote conseguenze che comporta -, è necessario conoscere l'entità del fenomeno. Ma in ITALIA prevale ancora un atteggiamento superficiale e approssimativo nei confronti dei numeri, come verifichiamo ogni volta che dobbiamo scrivere un articolo. Cosi' può capitare di "dare i numeri" proprio perchè quelli più vicini alla realtà non sono disponibili.

6. OLANDA: Organizzazione  di aiuto per le vittime del tabacco.
Il popolare programma televisivo di attualità "Nova" ha annunciato il 24 febbraio scorso che un'organizzazione che si occupa di diritti di consumatori avrebbe messo a disposizione dei fondi per le vittime del Tabacco. La fondazione "Rokersfonds Nederland" ha due scopi fondamentali: mettere insieme conoscenza specializzata e mezzi finanziari per costringere l'industria del tabacco in Olanda a rifondere i danni derivanti dal fumo, e colpire pesantemente l'industria del tabacco, in modo che le vittime si rivolgano a loro per le richieste di danno, che successivamente daranno luogo alle azioni legali.
Già in 300 avrebbero aderito all'iniziativa. Deborah  Lipschits, presidente dalla fondazione, si aspetta che in Olanda migliaia, forse decine di migliaia di persone danneggiate dal fumo, in gruppo o singolarmene, utilizzeranno i nuovi fondi per le loro azioni legali contro l'industria del tabacco. "Ci aspettiamo una dura battaglia, ma ci siamo occupati per molto tempo di persone vittime di violenza, perciò abbiamo esperienza nell'affrontare questioni complesse. Inoltre, il clima politico e legale in Olanda sta diventando sempre più favorevole a tale tipo di confronti".
Il dott. G. Verkruisen, legale dell'associazione, non pensa che ci saranno difficoltà a trovare finanziatori desiderosi di investire denaro per azioni legali per danni contro l'industria del tabacco:"E' un investimento sicuro. E ci sono molti ricchi finanziatori  potenziali per progetti ' verdi' ". Ai finanziatori verrebbe riconosciuto un 20% dei risarcimenti da parte dell'industria del tabacco. Vekruisen però non si è mostrato disposto a rivelare il nome di alcun finanziatore. Insieme a un gruppo di colleghi, il legale intende innanzitutto stabilire  quale possa essere la responsabilità di Big Tobacco (come viene definita l'industria del tabacco, n.d.r) per i danni alla salute dovuti al Fumo. "Una volta superata questa barriera, determineremo l'ammontare del danno per singolo fumatore". E Verkruisen sta considerando pure l'ipotesi di estendere le richieste di risarcimento anche al governo. "Anche lo Stato deve accettare le sue responsabilità".
Lo scorso autunno uno studio legale di Amesfoort, che difendeva 30 fumatori malati,  ha chiesto un risarcimento di danni anche allo Stato, per le sue responsabilità. Il ministro della Sanità Borst ha ammesso: "Col senno di poi, avremmo potuto agire prima nell'avvertire i fumatori del rischio che correvano". Il Ministro Borst sta anche indagando se i fabbricanti di sigarette potrebbero essere obbligati a contribuire alla strategia governativa per scoraggiare il consumo del tabacco.   
Secondo Verkruisen un'azione legale da parte di fumatori malati può avere successo solo se sono disponibili fondi sufficienti. "L'industria del tabacco ha molto denaro a disposizione, con cui metterà in campo stuoli di avvocati. Con qualche miliardo a disposizione, anche noi potremmo essere in una posizione paritaria".
Esistono piani per raccogliere fondi analoghi anche in altri paesi, così si auspica che le azioni legali gradualmente si diffonderanno in tutta Europa.
Fonte: TV Nederland 3/De Telegraaf/Trouw
ia Dutch Non Smokers Association CAN (CLEAN AIR NOW!)
URL: http://www.rokersfonds.com

7. Ultime notizie: Lombardia contro il Fumo.
Il 6 marzo a Monza, la Tabacologie francese, fondata nel 1983, e la neonata Tabaccologia italiana, si sono incontrate in occasione del convegno sul Tabagismo organizzato dalla Regione Lombardia, dalla ASL 3, e dal SERT di Monza. Il prof.Molimard e il dott.Mangiaracina, rispettivi presidenti, hanno avuto un dialogo proficuo che ha avuto lo scopo di sottolineare il valore della ricerca e della formazione nella lotta al Tabacco. Solo la ricerca infatti permetterà di effettuare verifiche e di perfezionare gli interventi nel campo della prevenzione e del trattamento.

8. E Grillo disse...
C'è una frase che mi sconcerta: "Le da fastidio se fumo?"
Ma vi rendete conto?!... E' come se al ristorante qualcuno si avvicinasse al vostro tavolo per chiedere, che so, "le da fastidio se le sputazzo un attimo nella minestra?..."
Perchè la frode è già lì, insita nella domanda: che il fumo sia molesto non è una novità per nessuno.
(da: l'Osservatorio sul Tabacco)